Ho sonno, sono andato a letto tardi per parlare con Joel e non ci penso nemmeno a svegliarmi in tempo per la Messa. Arrivo quindi in chiesa per la preghiera delle 8:30, sento gli occhi stanchi e spero di non addormentarmi! Attorno a me c'e' un gruppetto che si ricarica il cellulare a turno.
Il gruppo di discussione della mattina si e' ridotto un pochino, oggi siamo solo in 8 ma devo dire che si discute meglio dei giorni passati, sara' che ci stiamo conoscendo ogni giorno di piu'.
Pranzo veloce, servizio in cucina e poi un'altra passata in negozio. Ho spedito quasi tutte le cartoline, ne prendo ancora qualcuna per amici di cui non ho l'indirizzo, telefonero' piu' tardi ad un'amica che possa aiutarmi; soprattutto pero' prendo gli spartiti delle musiche di Taize'... non e' come in Italia, dove c'e' un'edizione sola che trovo decisamente inadatta alle mie esigenze, ma ci sono le versioni per ogni nazione: Francia, Svezia, Germania, Inghilterra... Alla fine decido che il miglior libro di spartiti e' l'edizione portoghese, che intasco pensando alla faccia che fara' mia madre quando verra' a saperlo...
Alle 17:45 c'e' un incontro con tutti gli italiani presenti a Taize', lo tiene il frére portoghese con cui parlai la prima sera: scopro infatti che parla italiano in modo sufficiente, mentre io mi ero dannato per discutere con lui in inglese... Tolto Andrea che e' andato via in mattinata, rimaniamo io ed il gruppo di Saronno, ma si aggiunge anche un gruppetto di Sassari fresco di arrivo, e soprattutto arriva anche un sacerdote di Bologna, don Davide, che alla fine mi aiutera' a tornare a casa domenica: risparmio un po' sul treno, non perdo la Messa di domenica, ed in piu' entrambi evitiamo un viaggio in solitaria... che si puo' voler di piu' dalla Provvidenza? Scopro fra l'altro che una ragazza di Saronno era alla GMG di Toronto come me, e a cena incontro anche dei belgi di Liegi con la sacca canadese che uso pure io. Scattano le foto di rito, e qualche parola in inglese o francese, a seconda del momento.
Per domani mi segno un appuntamento con Thérèse, la svedese che studia per lavorare nelle radio. E' a caccia di persone da intervistare a proposito di Taize', e saro' il rappresentante italiano della sua ricerca. Mentre mi chiedo perche' sul quaderno prendo appunti in inglese, chiudo tutto e mi avvio alla chiesa.
Qui, la preghiera della sera propone un altro miracolo di Gesu' per il figlio di una persona che ha bisogno di miracoli per credergli (Giovanni 4:45-54). Mentre scambio due parole con il mio nuovo amico di Bologna, scopro che il Vangelo spara cannonate che fanno male, e dalle mie domande sorgono molte altre nuove domande che richiedono preghiera e meditazione. Ne offro un po' al Signore, poi si fa tardi e vado a letto.
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