01/11/2003 ~ DAY #7


Dopo una sveglia piuttosto mattutina, preparo i bagagli e inizio a salutare qualcuno. Non c'e' nessun addio, solo arrivederci: resteremo in contatto via posta, via e-mail oppure al mio prossimo passaggio a Taize'. Ormai ho capito che posso venire qui da solo e non essere solo affatto.
Dopo la colazione ed altri saluti, vado in chiesa per la Messa: oggi e' il giorno del Signore!
Il Vangelo di oggi e' un invito alla perseveranza, chiede di aspettare il padrone con le lucerne accese (Luca, 12:35-40). Spero di poter avere questa perseveranza, al mio ritorno a casa.
Spero anche che la benedizione di frére Roger mi sia compagna. Ho sentito il dovere di ringraziarlo, perche' qui mi sono sentito come a casa, ed ora dovro' portare questa pace nella vita che mi aspetta nella mia vera casa.
Nel momento esatto in cui io e don Davide usciamo dalla chiesa per avviarci al pranzo e poi alla partenza verso l'Italia, osserviamo frére Roger terminare le benedizioni e tornare verso le sue stanze con gli altri fréres, e nell'uscire lui si aggrappa all'abito del frére che aveva davanti, esattamente come fanno i bambini con la gonna della mamma. E' stata una scena piena di tenerezza.

Da qui in poi, il diario continua fra le righe della mia memoria. Fino ad adesso, ho ricopiato i miei appunti, sistemandoli qua e la' in modo da ottenere quel che ho poi tradotto in inglese. Ma adesso posso parlare del viaggio di ritorno, cinque ore in machina a parlare di tante cose con don Davide, cosi' tante che non posso nemmeno ricordarmele tutte.
Abbiamo parlato di noi, perche' a Taize' abbiamo fatto attivita' diverse e non abbiamo potuto fermarci per un attimo di condivisione. Don Davide mi ha aiutato a capire le parole della sera prima, adesso le capisco meglio e penso che da solo non le avrei mai capite davvero: e' l'esempio che le parole difficili del Vangelo possono essere comprese se e' possibile confrontarle nel dialogo con un amico.
Al rientro in Italia, accendere il mio cellulare e' stato un pullulare di SMS, tutte persone che mi hanno cercato (e non trovato) nella settimana appena trascorsa. Avviso mio padre che torno a casa, e poi faccio un paio di telefonate mentre don Davide mette su una canzone di Dave Matthews.
Questo e' l'ottavo giorno di Taize': i primi sette li abbiamo dedicati a Dio, e l'ottavo e' tutto nostro. Cosi', in questa mini-genesi del duemilatre, tutti i giorni che verranno saranno un "ottavo giorno" in cui potremo ringraziare Dio per gli altri sette giorni, e lodarlo nella vita quotidiana con la preghiera e le buone azioni.
Io devo ammettere di non essere stato molto partecipe di queste buone azioni, ma noto qualche miglioramento che si puo' ancora far crescere. Spero intanto che questo mio diario possa servire a me quando lo rileggero' ancora, e a te per la condivisione di un'esperienza che, credimi davvero, penso vada vissuta almeno una volta nella vita di ogni giovane.
Vi invito a visitare il sito ufficiale di Taize', e a scrivermi per discutere di qualsiasi cosa si voglia parlare.
Fraterni saluti,
Stefano `Steve` Ferrari

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